Le consigliere comunali Lavinia Vivian (Mira in Comune) e Marta Marcato (Mira siamo noi) si dicono «esasperate» della situazione a loro dire venutasi a creare in seno all'assemblea cittadina. «Diamo tre mesi a questa maggioranza per cambiare atteggiamento, altrimenti prenderemo decisioni conseguenti, con buona pace dei finti democratici». Le esponenti dell'opposizione intendono denunciare una situazione «non più sopportabile, che si trascina da due anni, ossia dall’insediamento di questo sindaco e di questa giunta, che fin dall’inizio hanno usato l’arma dell’ipocrisia: dichiarare una cosa e fare il contrario, riempiendosi la bocca di parole come trasparenza e partecipazione ma negandole nei fatti». Continuano Vivian e Marcato: «Per noi la politica è servizio, è partecipazione dal basso, è confronto democratico; è soprattutto avere a cuore il bene comune, avere una chiara idea di città ed il coraggio di attuarla. Ma questa concezione non appartiene a questa amministrazione, viene puntualmente calpestata a favore di miseri protagonismi ed equilibri politici. Viene fatto un uso improprio del potere conferito dalla cittadinanza, e si approfitta miseramente dello schiacciante premio di maggioranza, che castra già in partenza l’operato delle opposizioni.
Con la nostra presa di posizione speriamo di far aprire gli occhi ai cittadini, che magari conoscono gli avvenimenti internazionali, ma non sanno cosa davvero succede a Mira».
Il primo motivo dell'esasperazione è «l’assoluta mancanza di trasparenza e di coinvolgimento, senza rispetto delle regole democratiche nei confronti della minoranza in consiglio comunale. Veniamo tenute all’oscuro di tutto, e il fatto di essere due giovani donne fa sentire la maggioranza autorizzata non solo ad emarginarci continuamente, ma anche a deriderci con supponenza ed insopportabile paternalismo (e qualche loro supporter, con cui fingono di non avere nulla a che fare, è solito offenderci nei network senza conseguenze). Un componente della giunta ha ben espresso cosa pensa di noi: “Le vostre fantasie troveranno il posto che meritano: il cestino dell’immondizia”».
Proseguono le due consigliere: «Qualsiasi istanza che muoviamo infatti viene sottovalutata, e resa vana con artifici quali rimandarne il più possibile la discussione, oppure snaturandone il testo per votare sì i nostri documenti, ma senza reali effetti, oppure ancora invitandoci a ritirarli e a farli transitare in commissione, con la scusa di “parlarne più approfonditamente” ma di fatto non parlarne mai più. Si sottraggono così a qualunque presa di posizione, evitando perfino la responsabilità di bocciare i temi che portiamo all'attenzione. Mai approveranno iniziative di cui non possano intestarsi il merito. Ci bocciano invece quando ritengono che le mozioni possano essere derubricate a mere provocazioni, interpretando la nostra azione non come sincero impegno, ma come se fosse parte del loro modo di intendere la politica: un gioco di potere fatto di malafede e dietrologia. Per noi la Politica è invece un’alta forma di servizio alla comunità, per questo ci sentiamo estranee alle logiche che dominano questo consiglio».
Le interpellanze e gli ordini del giorno firmati da Lavinia Vivian e Marta Marcato «giacciono per mesi nei cassetti, perché la maggioranza monopolizza i 90 minuti dedicati alla discussione dei quesiti depositati dai consiglieri, prendendosi lunghe sospensioni, a cui qualche consigliere non si prende nemmeno il disturbo di partecipare. Questo non solo dimostra la loro inadempienza (perché non fare riunioni di maggioranza prima del consiglio, come tutti?), ma di fatto impedisce la discussione di più di due documenti a seduta, e oltretutto la lettura degli stessi viene disturbata da un irrispettoso e insofferente chiacchiericcio. Risultato? A luglio abbiamo discusso documenti risalenti a sette mesi prima(!), ed è capitato che il TAR confermasse le tesi da noi sostenute in consiglio, bocciate dalla maggioranza con l’accusa di essere gravi illazioni, eppure punite con una sanzione al Comune».
Il consiglio comunale - secondo le due giovani politiche - «viene stravolto come fosse cosa loro, le regole interpretate in base alla propria necessità. Ad esempio la possibilità di approvare mozioni prima di farle andare in commissione vale solo per loro, o la possibilità stessa di utilizzare le commissioni per approfondire temi non necessariamente all'ordine del giorno. Dimostrazione di una maggioranza autoreferenziale che opera sempre per il proprio tornaconto». Per difendere i diritti delle opposizioni, Vivian e Marcato hanno «dovuto ricorrere al Prefetto, ma niente è cambiato. La gestione del consiglio comunale messa in pratica dal presidente (che si è dimostrato una protuberanza della giunta) è molto peggiore di quella del suo predecessore, che pure aveva ricevuto una mozione di sfiducia da parte di chi ora siede sui banchi della giunta».
Le ricorrenti avevamo chiesto che venisse prodotto un periodico d’informazione per i cittadini, il quale avrebbe pubblicizzato le iniziative di tutte le forze politiche, come è sempre stato fatto: «Invece ci è stato risposto che non ci sono fondi, e non si capisce perché, visto che ci sono due giornalisti come addetti stampa, e si è preferito pubblicare solo le notizie della maggioranza, per di più su un giornale a pagamento.
Un anno fa il sindaco ha pomposamente dichiarato “Abbiamo ridato fiducia a Mira”: ma la verità è che si tratta di tanti annunci e pochi fatti».
Marcato e Vivian elencano le varie questioni di attrito:
vicenda vigili urbani: «Uno scandalo che è andato alla ribalta nazionale e di cui tutti i cittadini sono venuti a conoscenza. Il sindaco e la maggioranza, dopo aver dichiarato ai quattro venti l’impegno per cercare la verità con la massima trasparenza, lo hanno impedito in tutti i modi, evitando la costituzione di una commissione d’indagine che noi avevamo chiesto per fare chiarezza. La faccenda è stata silenziata e tutto è come prima».
Distretto sanitario: «Annunci su annunci ma nulla s’è fatto e nulla si sa, nonostante si sia votata la convocazione di una commissione sul tema, mai fatta».
PAT: «Il Piano di Assetto del Territorio, fondamentale per lo sviluppo del Comune, è diventato un oggetto misterioso e, nonostante le nostre richieste di essere informate, non è arrivata nessuna risposta».
Risorse finanziarie: «A più riprese sono stati annunciati milioni di euro in arrivo o a disposizione con l’approvazione del bilancio, sei mesi fa, in forza dei quali l’assessore al bilancio ha strombazzato il finanziamento di 30 cantieri: chi li ha visti?».
Arredo urbano: «Vengono ripetutamente annunciati e sbandierati come grandi interventi (pensiline delle fermate, parcheggio di via Mocenigo, via Bassa Gambarare) opere che in realtà sono state finanziate dalla precedente giunta. Mentre nulla si sa, ad esempio, dei lavori sul ponte all’incrocio con via Miranese, che sono fermi da tre mesi».
Illuminazione: «Mira è rimasta al buio più volte, ma il tanto sbandierato progetto Elena per il miglioramento della rete elettrica è ancora di là da venire dopo due anni».
Forte Poerio: «Abbiamo letto tante dichiarazioni, ma in realtà non c’è ancora nessuna idea per la sua gestione. E del completamento della pista ciclabile, annunciato mesi fa, non c’è traccia».
Personale: «Il vicesindaco ha annunciato in varie occasioni l’aumento degli organici, ma fino a questo momento sappiamo solo di pensionamenti, non di assunzioni».
Inoltre Mira in Comune e Mira siamo noi hanno offerto di «ridurre lo spreco alimentare, aiutando le persone meno abbienti, ma nulla è stato fatto. L’elenco sarebbe ancora lungo ma ci siamo limitate solo agli esempi più rilevanti. Alla luce dell’attuale quadro, la nostra presenza è assolutamente inutile - dicono Lavinia Vivian e Marta Marcato - perciò diamo tre mesi al sindaco e alla maggioranza per un cambio di stile e metodo, altrimenti ci riserviamo di intraprendere tutte le azioni che riterremo necessarie per contrastare questo clima».