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lunedì 13 febbraio 2017
TEATRO: SABATO 18 ALLA VILLA DEI LEONI IN SCENA "IVAN", DAI FRATELLI KARAMAZOV
Nel calendario della stagione teatrale di Mira, promossa e organizzata dal circuito Arteven, sabato 18 febbraio alla Villa dei Leoni (con inizio alle ore 21) arriva Fausto Alesi nello spettacolo "Ivan", liberamente tratto da I fratelli Karamazov di Fedor Dostoevskij, per la riscrittura di Letizia Russo con la consulenza di Fausto Malcovati e la regia di Serena Sinigaglia.
L'attore porta in scena lo splendido capitolo de “I fratelli Karamazov” in cui Dostoevskij immagina che Cristo torni sulla terra, nella Siviglia dell’Inquisizione, e sia messo in catene dal Grande Inquisitore. Serena e Fausto, legati da profonda amicizia e da un antico sodalizio artistico iniziato quando erano poco più che ventenni, si ritrovano oggi a lavorare insieme accomunati dalla passione di sempre. «Amo i classici», –spiega Sinigaglia nelle note allo spettacolo. «Amo la grande letteratura russa dell’800 perché in essa gli uomini osavano ancora chiedersi il perché delle cose, osavano affrontare i grandi temi dell’esistenza, esercizio di spirito piuttosto inusuale per i nostri tempi chiassosi. Chi sei? Cos’è l’uomo? Quale il senso del suo agire nel mondo? Cos’è la libertà? Esiste un ordine nel caos? E la violenza, la violenza di cui è intriso l’uomo, ha un’espiazione possibile? Abbandonarsi alla lettura di questo capolavoro è un viaggio nel tempo, tra le eterne contraddizioni dell’uomo». Il punto di vista scelto per questo allestimento teatrale è quello del secondo figlio dei Karamazov, il più umano e tormentato tra i personaggi del romanzo. L’uomo e l’intera umanità visti dagli occhi di Ivan Karamazov, questo il viaggio proposto nello spettacolo. Ivan Karamazov usa parole nuove, scritte da Letizia Russo, autrice teatrale unica, dotata di uno stile fortemente riconoscibile. A lei il compito di costruire una drammaturgia che, ispirandosi al libro, riesca a racchiudere il pensiero e le azioni di Ivan. Non solo “Il Grande Inquisitore”, dunque, ma i nervi, i muscoli, l’anima e il sangue di chi quel racconto lo ha partorito.
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