Il Coronavirus è arrivato nella provincia di Venezia. Il primo caso conclamato di cui si ha notizia riguarda un uomo di 67 anni residente a Mira, transitato per il pronto soccorso dell'ospedale di Mirano, poi nel reparto di Rianimazione di Dolo, quindi peggiorato e trasferito in terapia intensiva al centro Malattie Infettive dell'ospedale di Padova, hub regionale per il controllo della malattia. Il tampone relativo all'uomo, che certifica la sua positività, è stato inviato per ulteriori indagini approfondite al laboratorio dell'ospedale Spallanzani di Roma.
Questa mattina il presidente della giunta veneta Luca Zaia era a Marghera, in riunione con la Protezione Civile regionale e in videoconferenza con il presidente del consiglio Giuseppe Conte. Zaia ha fatto presente che il paziente mirese non avrebbe avuto alcun contatto con portatori primari, trattandosi quindi di un caso di virus ubiquitario come i precedenti in Lombardia e nei colli Euganei. La Regione diffonderà nelle prossime ore le linee guida per tutti i Comuni del Veneto. Il sindaco di Mira, Marco Dori, ha dichiarato che saranno distribuiti gel contro i microbi nella principali luoghi di aggregazione. Non ci sarà, per il momento, una quarantena.
Veneto anche il primo morto in Italia, si tratta del 78enne Adriano Trevisan di Vo' Euganeo, deceduto ieri. Un altro suo contatto di 67 anni risulta infetto e in trattamento a Padova: entrambi erano stati ricoverati 15 giorni fa all'ospedale di Schiavonia. Nelle cerchie familiari dei due sono stati riscontrati altri 7 casi di positività al Coronavirus.
A Schiavonia, nella Bassa Padovana, intanto sono in corso i test relativi al personale e ai pazienti, dopo il transito dei due infetti di Vo': nessuno può uscire dall'ospedale, all'esterno del quale sono state montate tende per accogliere medici e infermieri della struttura, impossibilitati per ora a tornare alle proprie abitazioni. Rinviato l'incontro di calcio di serie D tra Este e Mestre, che era in programma per domenica.
L'ULSS 3 Serenissima, come le altre Unità Sanitarie Locali, segue il protocollo ministeriale definito assieme alle Regioni, che compendia dieci comportamenti da seguire. Per quanto riguarda la ricezione negli ospedali, non appena arriva un paziente con sintomi sospetti viene intubato ove le sue condizioni non siano stabili, quindi centralizzato al reparto Malattie Infettive di Padova.
Nell'eventuale assenza di posti letto, i pazienti sospetti verrebbero ricoverati nei reparti di Rianimazione degli ospedali di provenienza, in stanze singole. Viene raccomandato di non rivolgersi direttamente alle strutture di Pronto Soccorso in caso di sintomi di febbre e problemi respiratori, bensì di contattare il proprio medico di base e il numero telefonico 118. Il virus non è trasmesso dagli animali domestici.
In relazione a questi episodi di contagio, il sindacato FSP Polizia di Stato chiede ai Questori di comunicare con urgenza se nei Commissariati di Pubblica Sicurezza vi sia una congrua dotazione di guanti in lattice monouso, occhiali protettivi e mascherine omologate FFP2/FFP3, tale da garantire adeguata protezione agli agenti al fine di scongiurare eventuali fenomeni di contagio con la suddetta malattia.
Mai come ora è importante sottolineare che -stanti i casi verificatisi- il Coronavirus diventa letale solo per le persone che già soffrono di notevoli patologie precedenti, come la polmonite, e che soprattutto è necessario evitare di abbandonarsi al panico e alla psicosi. Opportuno invece tenersi informati nei canali ufficiali delle ULSS e del Ministero della Sanità, evitando di spargere voci incontrollate e autentiche fake news. Il network Azzurra monitora la situazione in tempo reale nel territorio del Veneto meridionale.
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