Nella sera di giovedì 15 dicembre i Carabinieri della tenenza di Dolo, a conclusione di un'attività d'indagine durata circa tre settimane, hanno arrestato il 39enne Massimiliano Realini e la moglie Kristina Mikulcić, 26 anni, entrambi operai e pregiudicati.
L'attività investigativa dei militari volta al contrasto della diffusione della droga nell'ambito della Riviera del Brenta li ha portati a seguire questa famiglia apparentemente tranquilla. I due coniugi però da circa sei mesi avevano organizzato una vera e propria azienda agricola nel loro appartamento, coltivando marijuana e spacciandola al dettaglio.
Il riscontro finale è stato ottenuto dal monitoraggio dei consumi di corrente elettrica che nell'ultimo periodo erano arrivati a cifre spropositate: ovviamente ciò era dovuto all'eccessivo assorbimento delle lampade e di tutti i macchinari usati per far crescere e raffinare la pianta dalle tipiche foglie.
Dopo aver bloccato l'uomo al rientro dal lavoro, i Carabinieri hanno deciso di effettuare il blitz nell'appartamento dove hanno identificato anche la moglie, che nel frattempo stava cercando di disfarsi di alcune piantine. La perquisizione domiciliare ha permesso di rinvenire diversi grammi di marijuana già essiccata e di hashish, nonché denaro contante per alcune migliaia di euro.
Ulteriori perquisizioni hanno dato modo di scoprire, ben occultata alle spalle dell'armadio della camera da letto, una serra con 19 piante di marijuana in piena crescita e tutta l'attrezzatura per la perfetta coltivazione. All'interno della cantina stava un locale segreto ricavato costruendo una finta parete: dopo aver aperto un varco, i militari hanno rinvenuto al suo interno un solarium per altre 7 piante di marijuana già pronte per la successiva fase dell'essiccazione.
Tradotti a quel punto entrambi alla tenenza, ed esperite le formalità di rito, Realini e Mikulcić sono stati trattenuti nelle camere di sicurezza in attesa della celebrazione del rito direttissimi, che si tiene nella mattinata odierna (venerdì 16 dicembre) al tribunale di Venezia. I due dovranno rispondere del reato di produzione ai fini di spaccio: illecito che avrà il suo peso visti i numerosi precedenti penali specifici, soprattutto a carico dell'uomo.