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venerdì 6 aprile 2018

IL COMITATO OPZIONE ZERO DIFFIDA IL COMUNE: "RIMUOVA IL COGENERATORE DI GIARE O SARÀ DENUNCIATO ALLA PROCURA"

L'ordinanza di sospensione delle attività del cogeneratore di Giare è "insufficiente e ambigua". Lo dichiara tramite una nota il comitato Opzione Zero, che da sempre si batte per la sua chiusura: gli ambientalisti chiedono nessuna sanatoria per un impianto inquinante definito "speculativo e abusivo", e in caso di inadempienza presenteranno denuncia alla Procura della Repubblica contro il Comune di Mira. Durante le scorse settimane, Opzione Zero aveva preannunciato altre azioni se l’amministrazione mirese non avesse agito per dismettere completamente il cogeneratore di Giare. E puntualmente ieri è arrivata la diffida al Comune da parte dei legali che supportano il comitato e alcuni residenti di via Onari. “Abbiamo valutato che l’ordinanza di sospensione dell’attività emessa lo scorso 17 gennaio dal dirigente comunale è insufficiente e soprattutto ambigua", si legge nel testo. "Questo provvedimento, preso solo dopo le pressioni esercitate in consiglio comunale dagli abitanti e dalla consigliera di Mira in Comune Lavinia Vivian, lascia infatti ampi spazi al nuovo gestore dell’impianto, la ditta Samox, per sanare quello che a tutti gli effetti è un abuso edilizio”.
La vicenda -pure se articolata- è molto chiara: l’impianto era stato costruito tramite procedura semplificata D.I.A. (dichiarazione di inizio attività), consentita solo per i cogeneratori a biomassa, cioè per quegli impianti che producono sia energia elettrica che energia termica. Ben presto però si è scoperto che le strutture per il recupero del calore (teleriscaldamento) non sono mai state costruite e che dunque il motore brucia oli e grassi animali e vegetali solo per fare corrente elettrica finalizzata a ricevere gli incentivi del GSE. Questa evidenza è stata ammessa formalmente anche dalla stessa Samox e dunque sono ormai certi i presupposti che configurano l’abuso edilizio, in quanto le strutture costruite sono difformi da quelle inizialmente dichiarate. “In questi casi il Comune dovrebbe applicare i poteri di vigilanza conferiti dalla normativa nazionale (DPR 380/2001) e dal regolamento edilizio – aggiunge il co,itato - cioè dovrebbe disporre la rimozione delle opere e la rimessa in pristino dei luoghi.
Invece nell’ordinanza il Comune dice alla Samox di farsi rilasciare dalla regione una nuova autorizzazione per la sola produzione dell’energia elettrica, scaricando così le proprie responsabilità. Un comportamento omissivo e inaccettabile da parte di un ente pubblico, tanto più se oltre agli aspetti edilizi aggiungiamo quelli relativi allo sforamento dei limiti sonori certificato da ARPAV, il vincolo ambientale posto dal PALAV, e il rischio per la salute dei cittadini causato dai fumi”. La diffida ha dunque l’obiettivo di indurre il Comune di Mira a mettere in atto i provvedimenti del caso e ad impedire una sorta di sanatoria di fatto per un impianto inquinante e "di natura chiaramente speculativa". Se così non dovesse essere, il passo successivo da parte di Opzione Zero sarà certamente la denuncia alla Procura della Repubblica.

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