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giovedì 6 aprile 2017

MIRA IN COMUNE: TROPPI I COSTI CHE GRAVANO SULLE CASSE COMUNALI PER I PONTI MOBILI

Lavinia Vivian, la giovane candidata a sindaco della lista civica Mira in Comune, entra nel vivo dei problemi della città, puntando il dito sulla spesa pubblica per l'apertura e la manutenzione dei sette ponti mobili nel territorio comunale. «Si fa un gran parlare della scarsità di risorse dei Comuni -dice Vivian- è una realtà innegabile, ma è anche vero che bisogna capire come vengono spesi i soldi dei cittadini». Spiega la candidata: «Il 3 aprile a Mira l'amministrazione comunale ha approvato il bilancio di previsione 2017-2018. Ci siamo accorti che tra le voci di spesa corrente spicca particolarmente quella relativa al servizio di apertura e chiusura dei ponti mobili, circa 333.000 euro all'anno (quasi 1 milione nel triennio). A questi sono da aggiungere almeno 850.000 euro per manutenzione straordinaria di alcuni ponti e passerelle. Non si capisce perché tutti questi soldi debbano gravare esclusivamente sulle casse del Comune e sulle tasche dei cittadini, visto che del servizio usufruiscono gratuitamente barche di privati e battelli fluviali di alcune imprese turistiche». In effetti nel Piano triennale delle opere pubbliche compaiono cifre importanti: 213.000 per lavori di sistemazione del ponte di Piazza Mercato e 450.000 euro per il ponte sul Taglio a Mira Taglio nel 2017; a questi si aggiungono 140.000 euro nel 2018 per la passerella di Valmarana, più altri 50.000 per lavori vari da qui al 2019. Il tutto senza contare che nel 2016 erano stati stanziati circa 240.000 euro per il ponte di Malcontenta.

La questione non è nuova, visto che il Regio Decreto 523 del 1904 impone ai Comuni di farsi carico della gestione e manutenzione di ponti e altre opere fluviali; però è anche vero che in passato era arrivato qualche aiuto dalla Regione Veneto, mentre da diverso tempo il Comune di Mira, uno dei pochi in Italia ad avere un numero così alto di attraversamenti su un fiume (7 in totale), è stato lasciato solo. «Il punto –continua la giovane candidata di Mira in Comune– è che sia la spesa del servizio di apertura dei ponti, sia quella legata alla loro manutenzione, sono dovute in larga parte al traffico acqueo. E quindi un contributo da parte di chi transita con i natanti, soprattutto da parte di chi con questi mezzi esercita legittimamente un'attività economica, è il minimo che si possa chiedere. D'altra parte liberare anche solo un po' delle somme oggi impiegate su questo fronte permetterebbe al Comune di impegnarle su opere e servizi a beneficio dei cittadini, ad esempio i lavori di sistemazione idraulica, la ristrutturazione di case popolari, la diminuzione dei costi dei buoni pasto dei bambini, contributi per incentivare l'uso dei mezzi pubblici (bus e treni) o della bicicletta per recarsi a scuola o al lavoro».

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