Dopo otto anni di iter amministrativo e 80mila euro di spesa, il consiglio comunale di Mira nella seduta del 30 settembre ha approvato il piano delle acque. Mira in Comune ha votato contro: «La sicurezza idraulica – spiegano Caterina Dobrowolska e Fabrizio Speronello - soprattutto in relazione al tema dei cambiamenti climatici, è una priorità del programma e dell'azione della lista. Il lavoro di mappatura fatto con il piano delle acque è positivo, poiché vengono individuate con precisione le criticità e i possibili interventi.
Tuttavia il documento di programmazione è gravemente carente e nasce vecchio perché sia la simulazione per individuare le criticità idrauliche, sia conseguentemente la scelta e il dimensionamento delle opere da fare, sono tarate ad un evento critico di progetto poco significativo. La dimostrazione sta nel fatto che l'evento critico scelto per valutare la risposta della rete scolante -che dovrebbe ripetersi una volta ogni 20 anni è già stato superato 2 volte nel giro di 8 anni (nel periodo 2007-2015), mentre nello stesso periodo l'eevento critico preso a riferimento per la rete fognaria (che dovrebbe verificarsi una volta ogni 5 anni) è già stato superato 3 volte».
In sostanza, secondo Mira in Comune, il piano delle acque varato dall'amministrazione Dori non fa i conti con gli effetti dei cambiamenti climatici, come ad esempio le "bombe d'acqua" o le alluvioni, che ormai stanno subendo un accelerazione spaventosa a causa del surriscaldameto globale. «Eppure questo problema - continua Mira in Comune - assieme a numerose istanze non accolte, era stato evidenziato già nel 2015 all'inizio del percorso di elaborazione del piano, quando in sede di osservazioni l'allora consigliere Mattia Donadel aveva presentato a nome del gruppo un corposo documento tecnico, ipotizzando tra l'altro di elevare la soglia critica per la simulazione dello stress idraulico del sistema e per valutare quali effettivamente fossero gli interventi necessari per mettere davvero in sicurezza il territorio».
La risposta data allora, e confermata oggi, è che alzare questa soglia significa delineare un quadro di interventi che costerebbe troppo: «Ma per le grandi opere inutili i soldi si trovano sempre, per la messa in sicurezza del territorio rimango solo briciole. Questa politica tutta, dai Comuni al governo, passando per la Regione, non è in grado di dare risposte all'emergenza climatica, perchè farlo significa rivedere completamente l'ordine delle priorità e mettere in discussione il potere di certe lobby».
Oltre ai limiti ravvisati dalla lista di opposizione, il piano delle acque non stabilirebbe l'ordine delle priorità nell'esecuzione degli interventi previsti, che secondo Mira in Comune rimarranno comunque insufficienti; questo fa il paio con il piano delle opere pubbliche degli ultimi anni, «laddove si continuano a investire centinaia di migliaia di euro per asfaltare strade e rifare marciapiedi, mentre per le opere idrauliche si contano solo pochi spiccioli».
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