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venerdì 15 giugno 2018

SENZA FISSA DIMORA: IL COMUNE HA FATTO TUTTO IL POSSIBILE




In merito ad alcune informazioni circolate soprattutto sui social network, l'Amministrazione comunale di Mira ribadisce di conoscere e seguire costantemente la situazione dei senza fissa dimora presenti sul territorio e in particolare dei Signori Valter, Renato e Roberto che sono tornati ad occupare il parcheggio sotterraneo di piazzetta Gallina.

I Servizi sociali locali, infatti, se ne occupano dallo scorso inverno secondo ciò che è previsto dalle norme e facendo anche di più di quanto di loro competenza: una persona possiede un reddito di salvaguardia, un'altra è tuttora residente in un altro Comune. 

Più volte è stata prospettata a queste persone un aiuto concreto mirato ad intraprendere un percorso di reinserimento sociale che prevedeva piccoli impegni, poi mai rispettati. Non si sono dimostrate collaborative, non presentandosi agli appuntamenti previsti e pretendendo solo di ottenere un alloggio pubblico, pur non avendo i requisiti necessari ad entrare in graduatoria.

L'Amministrazione ha aiutato e sta aiutando persone con disagi anche maggiori di quelli di questi tre soggetti, con ottimi risultati e seguendo il percorso condiviso assieme. Infatti, gli incontri con i Servizi sociali permettono di identificare insieme le vie migliori per il raggiungimento di una piena autonomia e dignità.

Attualmente in lista ci sono 98 famiglie, aventi pienamente diritto: si tratta di genitori separati con figli, persone che hanno perso il lavoro o la casa e che nel momento in cui si liberasse un alloggio avrebbero la precedenza.

Si ribadisce che il welfare non è sinonimo di assistenzialismo, che le persone devono essere "aiutate ad aiutarsi" e che ciò presuppone la volontà di cambiare e la responsabilità di rispettare poche e semplici regole date non per dispetto, ma per il bene della persona.

Al netto di questo e nuovamente confermata la disponibilità ad un percorso di aiuto, è inqualificabile e inaccettabile che ci sia chi, disinformato o peggio ancora facendo disinformazione, strumentalizzi a piacimento la sofferenza e il disagio sociale di queste persone per il mero interesse di creare una polemica falsa e fuorviante.

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