Pagine

sabato 16 febbraio 2019

POLIGOF, MARTEDÌ SCIOPERO DI PROTESTA CONTRO IL MANCATO REINTEGRO DI UN COLLEGA DOPO INTERVENTO MEDICO

Martedì 19 febbraio dalle ore 12 alle 16 è stato programmato uno sciopero degli operai della Poligof di Mira, per protestare contro il comportamento dell'azienda che vieta il rientro al lavoro di un collega a seguito di intervento chirurgico, che lo ha reso non più idoneo al reparto estrusione ma -su parere del medico di fabbrica- può ancora svolgere la mansione di carrellista o altro. Le RSU dei lavoratori ritengono «inaccettabile il comportamento dell'azienda, ma non sarà una politica padronale degli anni Cinquanta a sconvolgere le nostre vite. Considerato che lo stabilimento di Mira e il suo personale si sono sempre contraddistinti per trovare una soluzione ai colleghi in difficoltà». La segreteria territoriale del sindacato cui è iscritto il lavoratore ha già avviato una procedura d’urgenza per il suo reintegro e ha dato mandato ai delegati di concordare con le RSU le iniziative di protesta.
«Stiamo assistendo - continua la nota sindacale - all’immobilismo puro, dove chi dovrebbe per il bene di tutti, amministrare e dirigere un’azienda, sta bloccando qualsiasi forma di concertazione con il sindacato e con i lavoratori. I dirigenti rimangono chiusi nei loro uffici e assistono al declino di un’azienda. A questo punto ci chiediamo: ma dov'è la proprietà? È al corrente di ciò che succede a Mira e negli altri stabilimenti del gruppo Poligof?». Di recente, riportano le Rappresentanze Sindacali Unitarie, «la direzione voleva cambiare l’organizzazione del lavoro con la diminuzione del personale nel reparto estrusione, togliendo i carrellisti. Inoltre, in caso di assenze del personale, il capoturno doveva essere costretto a salire sul carrello: così facendo -oltre a sminuire una figura importante dello stabilimento- si mette a rischio la sicurezza dell’intera azienda, sottovalutando tutto quello che quotidianamente fa il capoturno». Le RSU ultimamente osservano «un atteggiamento ostile nei confronti dei sindacati e dei lavoratori, nell'ignorare le più elementari regole di concertazione e comunicazione.
Ad esempio, per ottenere una categoria che spetta di diritto secondo il contratto collettivo nazionale di lavoro, devono passare mesi perché solo l’amministratore delegato può decidere. Ormai la coperta è corta, non si può pretendere di continuare a lavorare con un organizzazione del lavoro da fabbrichetta: bisogna formare squadre adeguate con un numero di operai sufficiente a mantenere in produzione le linee e con quote-assenti che possono sostituire eventuali malattie, infortuni e ferie». La RSU ha molte volte tentato di spiegare che così non si può andare avanti e l’azienda si è sempre resa disponibile a una soluzione, «ma non mantenendo mai la parola data» secondo i firmatari del comunicato. Volando a più ampio raggio, gli stessi si chiedono «quale vantaggio ha l’azienda in un consulente esterno del quale non si conoscono i risultati ottenuti. E non vediamo investimenti veri, ma solo dismissioni di linee produttive con destinazione Russia. Per questi motivi, ma potremmo elencarne molti altri, la RSU assieme ai lavoratori si mobilita con un pacchetto di ore di sciopero e il blocco degli straordinari, finché non sarà reintegrato il collega».

Nessun commento:

Posta un commento